La caccia, nelle sue svariate forme (la ferma, la seguita, la tana, il riporto, il coursing), il Traino, la Guardia, la Difesa e poi i molti impegni di polizia e militari: una gamma vastissima di servizi ai quali i nostri amici a quattro zampe sono stati adibiti come insostituibili ausiliari. Servizi diversi che richiedono, ovviamente, azioni molto differenziate, anche nelle andature: lente, veloci, velocissime; e passo, trotto, galoppo. Il denominatore comune di tutti i servizi èdunque il movimento, talché possiamo dire che il Cane è una macchina che produce movimento. Oltre ovviamente molte altre cose.

Poiché il movimento di questa straordinaria macchina è l’essenza di questo articolo, vediamo come un tecnico, un ingegnere, descriverebbe questa “macchina da movimento”: un ingegnere che intendesse illustrarne le caratteristiche tecniche. Struttura portante a base meccanica del movimento è lo scheletro di 230 pezzi i quali hanno la funzione di supporto, di mobilità, di protezione per visceri: (cranio per il cervello, gabbia toracica per cuore e polmoni) e tutte costituite da “materiale” diverso (più compatto o invece spugnoso) in rapporto alle sollecitazioni cui sono sottoposte (flessioni, torsioni, pressioni, ecc). Tutte le ossa sono canalizzate ed alimentate da sangue (pardon: carburante).

Le caratteristiche di base saranno la Resistenza e la Leggerezza.

Resistenza perché pressioni e sollecitazioni sono direttamente proporzionali alla velocità e Leggerezza perché ogni peso che non sia indispensabile èun peso morto che sottrae energia.

L’energia dinamica è prodotta dall’apparato muscolare (il motore che nel sistema di leve costituisce la Potenza) il quale agisce sui segmenti ossei che costituiscono il telaio della macchina. I diversi pezzi del telaio portante sono uniti fra loro ed articolati da tendini e legamenti; i tendini sono corde fibrose durissime e non elastiche. Il motore è a combustione interna alimentato a glicogene, glucosio e grassi. In pratica: zuccheri, carboidrati, grassi e proteine, tutti opportunamente metabolizzati da fegato e reni. Le scorie sono azoto, acqua, anidride carbonica ed acidi diversi; essi saranno poi eliminati da polmoni, reni e pelle. L’asse di trasmissione (colonna vertebrale) è formato da trenta pezzi articolati che forniscono ad un tempo rigiditàe flessibilità. A seconda delle prestazioni richieste (maggiore o minore velocità) il “carburante”usato sarà selettivamente più o meno energetico (già il muscolo/motore comprende fibre di tipo 1 a lenta contrazione e di tipo 2 a rapida contrazione). La maggiore fonte energetica è fornita dal glicogene muscolare; la biochimica muscolare è di una tale complessitàda rendere impossibile un obiettivo confronto con l’energia meccanica espressa da una macchina.

Il povero tecnico ingegnere che fosse chiamato ad illustrare questa “macchina delle meraviglie” che è il Cane, paragonandone le prestazioni ad un’auto di lusso, sarebbe in seria difficoltà. Cabina comandi (il cervello) centralizzata, computerizzata con comandi e reazioni memorizzati e coordinati con i recettori acustici, olfattivi ed ottici. La combustione avviene alla temperatura di 38,5°, l’ossigeno è fornito dall’aria inspirata la quale passa dai polmoni alle arterie arricchendo l’emoglobina dei globuli rossi. La messa in azione (lo starter) del motore muscolo è prodotta dall’impulso elettrico che è trasmesso al nervo periferico, facente capo a quel determinato muscolo/motore. Tale impulso elettrico provoca, con l’emissione di acetilcolina, il raccorciamento della fibra muscolare; quindi, azionando il segmento osseo corrispondente. Insomma si tratta di una complessa conversione di forze, da elettrica/nervosa a chimica, infine a meccanica, che si traduce in impulso. I 200 motori/muscoli hanno la proprietà di autoripararsi costantemente dall’usura, grazie alle riserve accumulate. Insomma, senza tema di smentita, si tratta di una macchina di grande complessità e dalle grandi prestazioni. Si pensi al piccolo volume di quei muscoli motori che consentono a un pointer o ad un segugio come ad un Husky, di galoppare e trottare dall’alba al tramonto e su ogni tipo di terreno.

Macchina ad un tempo robustissima ed infinitamente delicata. Dunque abbiamo il telaio e il motore.

Manca la carrozzeria, ma questa è indescrivibilmente variabile: clima, funzione e capriccio tipologico fanno la differenza.

Piero Renai della Rena